Presentazione storica dell’antica chiesa di San Michele di Jola (Rastignano) desunta dall’opera storica LE CHIESE PARROCCHIALI DELLA DIOCESI DI BOLOGNA. Riporto fedelmente il testo dal volume III° dell’opera che tratta questa antica Parrocchia
  (Ora proprietà privata)
Auspicando che sia ben accetta l’intenzione, auguro buona lettura al visitatore.

chisa antica di jola

San Michele Arcangelo di Jola   (Ora chiesa privata)

Uscendo di Porta Santo Stefano men di tre miglia da Bologna su di una collina, che sorge alla destra della Via che dalla città mette in Toscana, vedesi la Chiesa Parrocchiale di San Miche Arcangelo di Jola.

Varie sono le opinioni intorno alla derivazione del nome dato a questo distretto; poichè reputasi il nome Jola quasi accorciamento di “Isola”, essendo il colle in cui ergersi la parrocchiale staccato da tutti gli altri; alcuni poi lo fanno derivare dalla voce tedesca “Jodula” che viene a dire “eco”, essendochè appena uno ivi pronunzia una parola a voce alquanto spiegata, odesi tosto ripetuta in varie parti dall’eco; il Malvezzi riportando che questo luogo nel Medio Evo appellavasi “Gleula e Cellula”, tiene che possa essere originato dalla voce latina “Cellula”.

Checchè sia però di ciò è certo che il nostro distretto conosciuto sotto un tal nome è antichissimo, quantunque le memorie certe ed autentiche cominciano solamente verso il mille, le quali memorie consistono in una quantità di rogiti di locazioni, e di enfiteusi trovati nell’Archivio dei Reverendi canonici Lateranensi di San Giovanni in Monte, e dei padri di San Francesco di Bologna osservati dal Calindri.

Da molti di questi rogiti, e specialmente da quello intitolato “Brardo” segnato alli 24 Settembre 1131, rilevasi che quivi esisteva un castello, la cui distruzione, secondo la sentenza del citato scrittore, pare accaduta nel secolo XIV oppure XV; e che i canonici nominati avessero nel comune di Jola beni assai, si ha da una conferma fatta a lor favore dall’Imperator Federico I, data nel territorio di Bologna dopo la distruzione di Milano alli 2 Luglio 1162; nonchè dalle Bolle di varii Pontefici, la più antica delle quali è quella di Lucio III sotto il giorno 22 Aprile 1183.

Un rogito di Gerardo delli 20 Giugno 1149, porta che un certo Riniero di Lamberto cede a favore dei Canonici di san Vittore tutte le ragioni a lui spettanti posti nell’isola che è in capo alla chiusa del molino di Savena nel comune di Jola, la qual chiusa essendo di legno, nel 1424 fù costrutta in mattoni cotti, come da licenza del Legato Pontificio del giorno 27 Marzo detto anno, e tale licenza fu trovata nel Pubblico Archivio.

L’altra chiusa inferiore al detto molino nello stesso territorio di Savena, in forza della quale l’acqua introducesi in un canale a questo fine scavato e vien condotta a Bologna, fu fatta nel 1221.

Nel terreno costituente questo distretto si raccolgono saporitissimi frutti, uva eccellente ed accreditatissima, nonchè grando ed altre biade in sufficiente quantità, onde i 150 individui circa che nell’April 1847 ivi abitano, trovano nella feracità del suolo bastevoli mezzi di sussistenza; essi per le cose civili sono soggetti immediatamente al Consiglio comunicativo di Bologna.

La parrocchial Chiesa del circondario in discorso è antichissima trovandosi essere già parrocchia nel 1275, della quale era Rettore un certo D. Tommaso di Boniconto da Battidizzo che vi stette anche molti anni dopo il 1300, rinunziando la cura per entrare nell’Ordine dei Canonici Regolari di San. Gio. in Monte.

I Parrocchiani anticamente erano investiti del diritto di nominare il Parroco, e nel 1375 nominarono Nicolò del fu Tommaso da Montecalvo, prima del quale eravi già stato un certo Don Guido.

Del 1378 la Parrocchia di Jola dipendeva dal Plebanato di Bologna sotto il quartiere di porta procula; ma nel 1570 per una migliore ordinazione dei Plebanati Diocesani comandata dall’insigne Arcivescovo paleotti la nostra Chiesa passò alla dipendenza di San Ruffillo, nella quale dura tuttora, come da notizie ricevute dall’Archivio Arcivescovile, attesa la liveral cortesia dell’Eminentissimo Oppizzoni che ci fornisce non poche preziose memorie necessarie a questa opera nostra.

Nell’Archivio Parrocchiale della Chiesa in discorso si trova una scritta, nella quale è registrata la compra fatta dai Parrocchiani di una campana nel 1433 introno cui erano caratteri greci, la quale più non esiste.

Inoltre vi si può leggere una petizione dalla quale si viene in cognizione che un certo cittadino Giovan Filippo de’ Salavolis dopo di aver restaurata la Chiesa e fornitala di suppellettili sacre, ottenne nel giorno 29 Aprile 1433 colla sottoscrizione di 16 Cardinali, un’indulgenza perpetua da lucrarsi nel giorno dell’apparizione di san Michele, nel giorno di pasqua di Risurrezione e nel dì della consacrazione della Chiesa.

Trovasi pure nel detto Archivio una copia di una lapide in macigno non leggibile, posta sul muro della canonica, dalla quale copia e da altra autentica memoria si prova, che nel giorno 4 Febbraio 1609 dal massacro ed uomini di questo comune fu fatta donazione in perpetuo del giuspatronato della Chiesa Parrocchiale al signor Marchese Senatore Galeazzo paleotti, dietro la qual donazione ed accettazione eseguita pei rogiti dei notari Vittorio Barbadori e Giulio Pinelli, esso marchese diede tosto principio a riedificare la Chiesa, canonica e casa rurale, provvedendo in oltre il sacro tempio delle necessarie suppellettili al maggior decoro del culto divino; e conservasi tuttora uno scudetto in macigno portante lo stemma di quella famiglia dalla quale il detto giuspatronato passò per eredità nell’illustre famiglia Casali; e nel 1802 ugualmente per eredità alla nobile famiglia Isolani che tutt’ora lo conserva.

Questa nobil casa possiede un libro in cui sono registrate memorie della nostra Chiesa, le quali rimontano fino al 1375 e in cui si conferma tutto ciò che per noi si disse di essa cominciando dalla detta epoca; e di più vi abbiamo rinvenuto che il Cavaliere Galeazzo del fu Senatore Camillo Paleotti assegnò non molti anni dopo l’acquisto del diritto di giuspatronato di questa Chiesa, 24 tornature di terra in aumento del benefizio parrocchiale.

Sono poi, nel detto libro,registrate tutte le vacanze avvenute dopo il 1375 nella parrocchia di Jola e successiva nomina del nuovo parroco; e queste nomine si veggono per lo più sanzionate dal Reverendo Capitolo di San Pietro.

Nel 1746 essendo Parroco di Jola Don Pietro maria Antonini furono riedificati i tre Altari della nostra Chiesa e ridotti alla forma presente a spese del citato parroco e de’ Parrocchiani, ed in gran parte di Monsignor Felice Latanzio Sega Vescovo di Amatunta, governante la Chiesa bolognese invece di Benedetto XIV, e questo Vescovo era parrocchiano possidente, avendo quì un casino appellato col suo cognome.

La Chiesa, secondo notammo, sorge sulla cima di un colle da cui godesi di un’amenissima veduta verso la pianura estendendosi la vista fino al lontano orizzonte per un largo tratto della medesima pianura, e ad aria chiaria si scorge l’Adriatico.

L’interno del nostro tempio è pulito e di sufficiente grandezza se si ragguaglia colla popolazione per cui deve servire.

Tre Altari quivi contengonsi il maggiore de’ quali è consacrato all’Arcangelo san Michele la cui fe<sta titolare solennizzasi alli 8 di Maggio, altra pure celebrandosi nel dì della Pasqua di Risurrezione, venendo esposto alla venerazione de’ Fedeli il Santissimo legno della Croce, alla cui festa concorrono non solo i limitrofi popolani, ma ben anco lontani.

L’Altare a destra del maggiore è consacrato a Gesù Crocificsso rappresentato da un rilievo, e a sinistra è l’altro Altare dedicato alla Beata Vergine del Rosario venerata in una statua entro nicchia.

Il quadro dell’Altar maggiore fu fatto in Bologna da un certo Goma svizzero nel 1574 per cura del sullodato Parroco Antonini al quale pur devesi il Crocifisso e la Beata Vergine che veneransi negli altri Altari; nè a ciò rimase il suo zelo, che arricchì la Chiesa di arredi sacri, vasi d’argento, dei quali sussistono tuttora quelli che non furono involati dal governo Francese; e questo parroco morì nel 1774 riposando le sue ossa sotto alla balaustra del suddetto altar maggiore.

Questo circondario è limitato dai territori di San Ruffillo, di Rastignano, di Sesto, di Roncrio, della Misericordia e di San Giuliano di Bologna per mezzo della sussidiale San Silverio detto Chiesa Nuova; e un solo Oratorio pubblico si rinviene in esso, il quale è dedicato a Santa Teresa posto nel podere detto Cuppi di proprietà del signor Giuseppe Dozza.

Il Parroco attuale di Jola è il Molto reverendo signor Don Giuseppe Dalla casa.