TIPOLOGIE DI BARELLE PRESENTI
SU AMBULANZA IN EMERGENZA 118

 

Quando si carica un paziente in barella e si deve effettuare un percorso privo di pavimentazione liscia è necessario manovrare la barella in due, senza correre in quanto e’ facile ribaltarla specialmente curvando.
E’opportuno scegliere i percorsi più agevoli possibili essendo già da sola notevolmente pesante (28 KG).

All’atto del caricamento e dello scaricamento è buona norma essere in due per aiutarsi a controllare che non si inceppino i meccanismi delle gambe.
Per un corretto caricamento è opportuno mettersi in allineamento con il pianale di carico.
Avvicinarsi fino a quando le prime due ruote sono perfettamente appoggiate contro l’ambulanza.
A questo punto sollevare la leva di destra (di colore rosso) e mentre questa la si tiene sollevata, spingere la barella all’interno dell’ambulanza.
Quando le ruote posteriori della barella, sono anch’esse appoggiate all’ambulanza, mollare la leva rossa, e sollevare la leva opposta (di colore nero o verde).
Continuare a spingere il corpo barella, facendo qui un sollevamento della stessa.
Una volta caricata, appoggiarla lentamente contro il dispositivo di fermo, onde evitare contraccolpi al paziente posto sulla barella.

barella primariaPer abbassare la barella al livello del pavimento da soli, la si inclina a 45° in modo di appoggiare a terra le ruote anteriori poste sotto lo schienale.
Sollevare le leve di sbloccaggio delle gambe (rosse, nere).
Fare attenzione: come si sbloccano le gambe, tenere il peso della barella, ed abbassarla lentamente senza farla cadere a terra.

Per sollevare la barella col paziente sopra questa non va afferrata nello schienale, in quanto esso serve solo a sorreggere la schiena del paziente, ma nei tubolari del corpo alle relative estremita’.

Per sollevare lo schienale, sollevare il pomello rosso posto dietro allo stesso, e posizionare lo schienale nella posizione desiderata.
Quando si manovra, per abbassare, lo schienale col paziente sopra, bisogna farlo con cautela sorreggendo con una mano il peso di questi e manovrando la leva con l’altra.

barellaPer la posizione anti-shock, sollevare la maniglia posta alla fine della barella, fino alla posizione massima.
Per riabbassarla, spingere in avanti la levetta rossa, posta alla destra della stessa.

In tutte le operazioni di sistemazione del paziente, al di fuori dell’ambulanza, è opportuno avere alcune accortezze per essere pronti al caricamento:
– Posizionare la barella vicino a una parete, dopo averla abbassata a    media altezza.
– Bloccare le ruote posteriori mediante gli apposti fermi, posti sulle stesse.
– Aprire le cinghie.


 

barella

barella spinaleLa tavola spinale in dotazione tutte le nostre ambulanze ha utilizzi similari a quelli della barella a cucchiaio, con la differenza di essere costituita di un unico blocco di materiale plastico radio-trasparente.

La tavola spinale o asse spinale è un presidio utilizzato per l’estricazione, l’immobilizzazione e il trasporto dei pazienti politraumatizzati.
La tavola spinale è stata concepita per ottenere l’immobilizzazione e la contenzione dell’intero corpo mantenendo l’allineamento della testa, del collo e del tronco del paziente politraumatizzato.
Viene quindi utilizzata in caso di incidenti traumatici in cui si sospettano lesioni alla colonna vertebrale.
Una buona tavola spinale deve avere queste caratteristiche:

  • ottima rigidità (deve mantenere la forma anche in presenza di carichi notevoli minimo richiesto dalla normativa di 150Kg)
  • versatilità (può essere utilizzata per diversi tipi di pazienti, lesioni e frangenti)
  • isolamento termico
  • maneggevolezza; impugnature solide e fissaggi adeguati (numero di fori adeguati che permettano una buona presa da parte dei soccorritori e un adeguato posizionamento dei sistemi di fissaggio)
  • radiocompatibilità (per permettere l’esecuzione di indagini diagnostiche quali RX, TC e MRI)
  • resistenza ad urti e corrosioni
  • dev’essere lavabile e igienizzabile
  • concordanza con gli altri presidi di immobilizzazione (collare cervicale, fermacapo, ragno ecc.)

L’utilizzo della tavola spinale non esclude l’uso degli altri presidi di immobilzzazione.
Quando ci si trova di fronte ad un paziente politraumatizzato è d’obbligo l’immobilizzazione della colonna vertebrale per non provocare al paziente altre lesioni.
spinalePer questo motivo l’uso della tavola spinale deve essere preceduto dal posizionamento del collare cervicale e seguito dal posizionamento del fermacapo e dal ragno per bloccare il paziente sulla tavola spinale.
L’associazione di tutti questi presidi, e il loro corretto uso, permette di trasportare il paziente in posizione verticale (per farlo scendere ad esempio da un dirupo) e di ruotarlo di 90°, se dovesse ad esempio vomitare.
La tavola spinale può essere utilizzata per i bambini con peso maggiore di 25 kg e adulti fino a 150 kg (esistono comunque modelli con portate superiori).
Se il bambino pesa meno di 25 kg si utilizza la tavola spinale pediatrica.
L’utilizzo ottimale della tavola spinale prevede la presenza di almeno tre soccorritori qualificati, in quanto uno, il leader, si occupa di immobilizzare il capo, e gli altri due si occupano di muovere il corpo tenendo la colonna vertebrale in asse.

Caricamento di paziente traumatizzato eseguito su tavola spinale: (Simulazione didattica)

In caso di sospetta lesione alla colonna, il primo soccorritore dovrà valutare le funzioni vitali dell’infortunato avendo cura di fermare la testa nella posizione nella quale si trova ed effettuare una chiamata di emergenza specificando all’operatore di centrale che si tratta di sospetta lesione di colonna.
Si dovrà evitare di muovere l’infortunato per qualsiasi motivo, tranne che in stato di necessità, ovvero quando esista una reale ed imminente causa di aggravamento delle condizioni del paziente (es. un incendio nell’abitacolo in cui è l’infortunato, rischio imminente di frana, rischio di folgorazione da alta tensione, annegamento se l’infortunato è prono in una pozza d’acqua, arresto cardio-polmonare, e così via…).
Se il paziente deve essere spostato è bene che l’allineamento venga garantito il più possibile:
in caso di infortunato steso supino, se il soccorritore è da solo lo trascini dai piedi, se si è in due un soccorritore stia alla testa della vittima bloccandola e l’altro lo trascini sempre per i piedi in caso di infortunato prono, tentare una manovra di pronosupinazione tenendo in asse con un braccio il collo e la prima parte della schiena e girando il paziente con l’altro braccio in caso di paziente in un veicolo, tramite una manovra di estricazione rapida.
Si ricorda che tutte queste manovre sono altamente pericolose, in quanto pregiudicano il buon soccorso perché mettono la vita del paziente a repentaglio.
Il personale non qualificato dovrebbe ricorrere a queste manovre solo se costretto dallo stato di necessità.
Dopo aver messo la scena in sicurezza, se la stato del paziente lo prevede, si da inizio alle manovre di rianimazione.

Serve a caricare un traumatizzato senza produrre pericolosi movimenti del rachide.

La prima cosa da fare e’ di allungare o accorciare la barella stessa a seconda della statura del paziente da caricare.
La barella va quindi bloccata nella misura voluta, dopo di che va aperta e posizionata sotto il corpo del paziente, prima una meta’ e poi l’altra, esercitando piccole rotazioni del corpo in modo da lasciare in asse la colonna vertebrale.

Bisogna fare attenzione ai glutei del paziente che spesso restano impigliati, con gli abiti, impedendo la chiusura delle due parti.
Riagganciate le due meta’ si immobilizza il traumatizzato mediante le apposite cinghie ed eventualmente gli appositi cuscini.

A questo punto e’ possibile sollevare il traumatizzato e posizionarlo sulla barella primaria.
La barella a cucchiaio e’ fornita di cinghie per bloccare il paziente e il capo dello stesso. E’ buona regola usarle se il trasporto a mano del paziente e’ un po’ lungo o difficoltoso.

Questa barella può essere utilizzata anche per non traumatizzati da trasportare a mano per lunghi tratti. Le cinghie permettono di inclinare, durante il trasporto, la posizione della barella in caso sia necessario, senza rischiare di far cadere il paziente.

Ricordate di pulire con attenzione la barella a cucchiaio dopo il servizio perche’ la sua superficie corrugata nasconde facilmente sporco e sangue.
Questo si evidenzia facilmente spruzzando sulla superficie con acqua ossigenata in quanto questa a contatto col sangue produce l’inconfondibile schiuma.

NB: – quando si procede ad allungare la barella a cucchiaio, ci si deve assicurare che il sistema di bloccaggio sia scattato con precisione nel foro apposito.
Si dovrà inoltre fare attenzione perche’, dopo l’ultimo foro di allungamento si scoprono le cerniere che servono a piegare in due la barella stessa.

 

 

E’ una seggiola presente sulle ambulanze in emergenza che permette comodamente il trasporto di pazienti che non sono in grado di camminare su terreni malagevoli o per le scale.

E’ dotata, ai piedi del paziente, di comode maniglie allungabili, che permettono una presa più comoda e più salda.Inoltre, essendo ancorata alla struttura della cellula sanitaria, è possibile utilizzarla come posto a sedere supplementare, ovviamente senza superare i limiti di legge sul numero di passeggeri trasportabili

Comunemente chiamata cardiopatica, dato l’utilizzo della stessa su pazienti con problemi cardiaci e’ una sedia pieghevole equipaggiata di maniglie sullo schienale ed alla base delle gambe anteriori nonche’ di rotelle sulle gambe posteriori.
E’ un presidio medicale utilizzato nel primo soccorso per trasportare i pazienti dal luogo del malore al mezzo di soccorso
Aprendo le maniglie anteriori e posteriori la sedia portantina e’ usata per superare ostacoli come scale o gradini, mentre facendo leva sulle ruote posteriori si puo’usare come una sedia a rotelle per affrontare i tratti in piano.
La stabilita’ del trasportato e’assicurata da due cinghie di sicurezza.
La cardiopatica va usata solo su pazienti non traumatizzati.
In caso di sospette lesioni al rachide i soccorritori utilizzeranno la tavola spinale per prevenire, durante il primo soccorso, manovre che potrebbero compromettere il midollo spinale.