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Scheda " defibrillazione "



immagine argomento La defibrillazione è una tecnica di tipo medico con la finalità, attraverso la somministrazione di scariche elettriche, di ripristinare un ritmo cardiaco emodinamicamente stabile in pazienti con tachicardia ventricolare senza polso e fibrillazione ventricolare.

Principi
Le indicazioni sono:

- assolute: tachicardia ventricolare, flutter o fibrillazione ventricolare.
- relative: fallimento di una cardioversione farmacologica nella fibrillazione o nel flutter atriale.


Durante la scarica elettrica (elettroshock) il sistema di conduzione del cuore viene ripolarizzato in toto, così che si produce all'ECG una fase di plateau refrattaria.
La depolarizzazione avverrà quindi a livello del pacemaker fisiologico, il nodo senoatriale, che restaurerà il ritmo naturale.

Alcuni fattori possono ridurre la probabilità di successo del trattamento come: elevata impedenza toracica, acidosi, ipotermia, ipossia, ecc.

La scarica viene somministrata dall'apparecchio in maniera sincrona (cardioversione), questo significa 0,02 secondi dopo l'onda R, per evitare che avvenga durante la fase vulnerabile dell'onda T (braccio ascendente).

La dose d'energia necessaria è legata a dei protocolli internazionali. Di solito più è alta l'energia (il massimo è di 360 Joule) più è efficace la scarica di defibrillazione, anche se ciò che rende efficace una defibrillazione non è tanto la quantità di energia scaricata sul paziente ma la corrente di attraversamento medio del miocardio.

Le due grandezze sono intimamente legate attraverso l'impedenza elettrica del paziente (e delle piastre da defibrillazione): grossomodo si può affermare che a parità di energia, all'aumentare dell'impedenza del paziente diminuisce la corrente di attraversamento medio del miocardio.

Pertanto l'efficacia della defibrillazione è legata al tipo di forma d'onda di scarica che può essere più o meno efficiente a seconda che sappia o meno compensare in modo attivo l'impedenza del paziente.
Nei bimbi al di sotto degli 8 anni o 35 kg di peso si usano delle piastre a limitazione energetica, affinché la scarica stessa non lesioni il cuore.

Prima di trattare una fibrillazione atriale risalente a più di 48h, bisogna sottoporre il paziente a una terapia anticoagulante almeno 4 settimane prima, da continuare anche successivamente all'elettroshock, per evitare una tromboembolia arteriosa sistemica e in particolar modo cerebrale.



Informazioni da: (desunto da " Wikipedia ")


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